lunedì 12 luglio 2010

A dorso nudo nel giorno più caldo di questa estate

Stringere il mondo in un pugno e strizzarlo così forte da farlo sanguinare col
sangue di tutti gli animali vivi e appena morti.
Prima che i già morti si addensino.
Torcerlo con le mani e schiacciarlo con la punta delle scarpe.
Ma senza la minima cognizione dei danni.
E senza nemmeno uno straccio d'anima.
Sarebbe stupendo autodistrugersi così, senza saperlo, senza poterlo nemmeno immaginare.

Ho scoperto che il prossimo non è sempre stronzo.
Gli sconosciuti a volte sono più calorosi dei propri genitori e non saranno certo queste giornate afose e dense di acqua che si appiccica sulle braccia a frenarci dai nostri intenti. Moriremmo domani piuttosto.

Come catapulte infernali ci siamo persi in sensi lati e assiomi che durano sempre troppo poco. E non abbiamo guardato questo e quello.
Abbiamo davvero perso tutto questo tempo?
Quanto sono belle le illusioni che durano un attimo? E quelle che durano anni?
E quanto allo stesso tempo sono dei acerrimi rivali per noi?
Quanto?
Come ci siamo riusciti?

Odiamo le scappatoie, ci perdiamo subito d'animo e lasciamo in giro milioni di crune d'ago con infilati i capi leccati dei nostri discorsi.
Abbiamo lasciato milioni di pensieri in aria.
Se il nostro mondo fosse un fumetto, avremmo la vista densa di vignette senza senso.
Ma di certo non avremmo problemi a scrivere in italic a mano.

Odio quando scopro di essermi spento perché so di dovermi accendere di nuovo, e questo piu o meno accade ogni dannata mattina.

Perché dobbiamo dormire per riposare?
Perché dobbiamo raccontare ancora tutte queste bugie e convincerci che riversando le nostre paranoie in parole queste possano salvarci?
Come possiamo pensarlo?
Con tutti quei problemi a coniugare i verbi correttamente, dov'è che vorremmo andare?
Più o meno come quando c'è il sole che abbaglia il mattino presto d'inverno che cerchiamo di nasconderci dietro allo specchietto retrovisore. Meglio rallentare, si rischiano i tamponamenti.

Nessuna domanda è per caso.
E la cosa mi rammarica perché l'hai sempre saputo.
Ma io non l'avevo capito.