venerdì 18 febbraio 2011

I lombrichi sono ancora vivi

Il mio futuro sanguina dalle orecchie.

Non avrei mai pensato all'usura dei miei eventi come quando mi sono accorto di viverli pretendendo di annusarli, e poi di mangiarli, ma senza volermi fare intaccare.
A non averle le cose e le persone, non ti preoccupi di come potresti fare per perderle.
Sono emozioni statiche e moventi. Parlanti e mute. Sanguinanti e ricucite.
Sono tutti i cuori che si sono disintegrati quella notte in mille pezzettini di tessuto.
Sono anni passati in stanze fumose con cervelli freddi e voci lontante a ricordarmi le parole da pronunciare.
E momenti vissuti con il sorriso da innamorato. E pomeriggi con la faccia nell'angolo.
Ma so bene che i cuori non si sono scuciti da soli. Ci sono sempre arrivato in qualche modo all'odore di bruciato. E al contempo, pensare a ritroso cercando giustificazioni plausibili al non-senso che bevo ogni giorno è pretenzioso
ma anche sotto il mio naso, e tutto sommato fattibile.
Bottiglie senza tappo. Vene senza sangue. Teste senza occhi.
Tutto questo dovrebbe sempre farmi pensare e reagire senza cedimenti o tremolii delle mani, senza emozioni e senza parole sbagliate. A viso aperto.
Invece.
L'ebola del sentimento: è quando le cose escono ma invece dovrebbero stare li, dentro incastrate chiuse, incollate, leccate e poi arrotolate, cucite, coperte, riservate, prenotate, sancite, bollate, cerate.
Nessuno le dovrebbe nemmeno intuire.
Nessuno dovrebbe nè leggerle, nè scriverle, nè pronunciarle.

Erano argillosi quei terreni. Si faticava a uscirne con il passo normale dopo la pioggia, e con tutto quel vento, gelido anche d'estate, anche le orecchie avevano smesso di sentire, e i corpi di muoversi, e le bocche di parlare.

I cervelli si erano davvero raffreddati, e la parole finite, la frutta scoppiata e i cieli anneriti.

martedì 8 febbraio 2011

I resti di un cuore che una volta batteva per me

E' nuova vita per le mie ferite.
Rimasto a bocca asciutta, borbotto.
Un gorgogliare di viscere vive.
Quando fuori è freddo, e niente si muove.
E dentro è così caldo.
E' nuovo sale a salve.