sabato 22 novembre 2008

e fu che ce la fecero_VerdeRosso

finalmente ce la fecimo. a convincerci tutti.

ma d'altronde lo sapevo. lo sapevamo. lo immaginavamo. ma è nella nostra natura rompere i coglioni. portare avanti le cose e rompere i coglioni. avere ragione e rompere i coglioni. non averla e romperli comunque. va bene così tutto sommato.

discorso archiviato.

i denti se ne vanno e con loro anche le mascelle.
ho un buco di non so quanti cme nella mandibola. qualche post fa dicevo di non farvi togliere mai i denti del giudizio. qui lo ribadisco, quant'è vera la guancia che ho. sembra di avere un panino nella guancia (eheh fa ridere elisa, si fa ridere avere un panino nella guancia). e il male che ho patito.
non lo auguro nemmeno alla peggior PamelaAnderson, nemmeno alla peggior sgualdrina di questo straccio di mondo di merda, alla peggiore testa di cazzo di questo buco del culo del mondo. A nessuno. Forse l'unica persona per la quale immaginavo una cosa così (in quanto a sfiga) ero io stesso. Io sottoscritto Stefano fuckin Gritti.

Da piccolo ho avuto una Makumba. Un rito finito male. Una sventura residente in me.
Credo che oltre ai mali che già m'affliggono o che cerco di farmi affliggere, l'aggiunta della non salute faccia peggiorare tutto quanto. E questo "tuttoquanto" va sempre più a rotoloni. Ed è vero che i rotoloni non finiscono mai. Ma non sono rosa.
Sono rossi di sangue. Neri di rabbia. Verdi di speranza finta. Blu di pazzia. Gialli di simpatia nonostante tutto. Rossi di passione per ogni cosa al quale mi aggrappo per stare in piedi.

mmmm, vediamo,....scelgo il verde e il rosso. Si! Mi dia quello verde e quello rosso!
VerdeRosso. Perché le cose alle quali mi aggrappo sono poche molto poche.
Nonostante non riesca a parlare per mancanza di mobilità della ganascia mandibolare, la mente funziona, poco lucida ma funziona, e mi fa muovere le dita in questo infinito di parole (no, non sono a caso), in questo infinito di lettere scritte a schermo o a moleskine, in questo mondo che rimane mio, sempre, ovunque. Qui in quello che scrivo non entra nessuno, a meno che non lo voglia io e comunque per mano mia. Qui sono felice. Qui penso agli amici, alle donne, qui scrivo di loro, qui valuto le mio non aspettative, qui valuto il mio passato e qui non valuto il mio futuro.
Rendo mio questo mondo e non provate a tassarmi anche questo cazzo.

ringrazio Dio se esiste per avermi fatto con le mani e per aver invetato ciò che concerne la scrittura e la scrittura stessa, e per aver messo in relazione le due cose.
L'unica boa.
L'unico legno.
L'unico appiglio.
L'unico bordo quando l'acqua è troppo alta.
L'unica aria quando quella in corpo finisce.
L'unica pelle quando la mia si consuma.
L'unico occhio per capire le cose quando queste sono nella merda.
L'unica cosa che ancora non puzza di usato.

Qui dico che managgia ai Suoi sandali stasera l'Inter ha vinto una partita di merda.
Ed ora inizia pure a far male. Oki arrivo.

1 commento:

Jessica ha detto...

In questo post hai utilizzato delle bellissime metafore, complimenti!
Machecazzo ancora però non dovevo leggere la parte del dente... perchè tra non molto toccherà anche a me, fffff! :=