domenica 31 marzo 2024

Io Portinaio di me stesso

A momenti era come sentire la pressione di tutto il cielo addosso.

Lo spazio non ha odore. 

La pelle è debole. 

Quando sarà davanti alla mia porta, come la riconoscerò la fine? Che aspetto avrà? 


Cosa mi dirà quando sarà qui?

Magari sarà un passante, oppure un venditore porta a porta? Oppure sarà aria, luce e vento caldo?





Dovrò incrociare gli occhi per riuscire a mettere a fuoco toccandomi la faccia per sentire se c’è ancora? Oppure capirò tutto da solo?

La pelle è debole, io inizio ad esplodere. 

Dopamina.

Dopamina. 


Esplodo così forte che in una teoria del loop tutta mia ricompongo me stesso nella stessa esatta forma. 


Sarà cambiato qualcosa? Sono diverso da prima, avrò ancora bisogno delle stesse cose?

Cercherò ancora gli occhi nell’aria che respiro?


Mia complice è solo la pioggia. 

Dopamina. 

Dopamina. 


Sento bussare, sono in pigiama.

È già qui?

giovedì 14 marzo 2024

Allenamenti del muscolo cuore

 


Era una risata consapevole la mia, e mi perdevo nel buio della luce fortissima.

I capelli avevano il colore del cielo buio di un temporale a Marzo. Era tanto che non fischiava un vento così forte, da aver paura ad aprire le finestre.

Mi rendo conto siano chincaglierie emotive, e ogni volta conto ore, minuti, secondi, decimi e centesimi perché finisca presto e che torni semplicemente a piovere sui miei tetti, e che smetta soltanto di soffiare così potente.

Mi spavento sempre molto nel non sapere quanto durerà, nel non sapere dove finirà e mi riparo sottovento nel mio angolino sicuro, ad aspettare che finisca come un cane che aspetta il padrone che torni a casa. Ma mi rincuora sempre sapere che finirà, e mi fa guardare avanti.

Perdere il senso del tempo mantenendo la lucidità nel sentirlo scorrere, nel sentire il sapore che cambia, nel capire come il suo odore faccia ad arrivare nel mio cervello, nel comprendere i movimenti che fa.

Perdere il senso del tempo, nel vedere una cosa da così vicino da perderne i contorni, ma comunque cercando di assaggiarli, mordendoli con i denti e aggrappandocisi con le unghie per non perderli per strada, per non perderli per sempre.

Certe strade, certi giorni.

Ora sto guidando, il vento è passato, piove forte sui miei tetti, mai così esposti ma mai così liberi di essere protetti.



venerdì 8 marzo 2024

Considerazioni di un venerdì grigio, come piace a noi.


Riposati, in acqua calda. 
I polsi si scioglieranno come di fronte a parole liquefatte, i tendini si allungheranno e lasceranno cadere la fatica, la pelle sarà morbida e riposata, il sangue tornerà a scorrere come quando si tolgono le braccia informicolate da sotto il cuscino la notte, le unghie riprenderanno a crescere. Ogni taglio sparirà.

Avremmo dita e avremmo polpastrelli col grip giusto per reggere qualunque emozione nelle nostre mani, nel nostro petto.

Rinascere, elaborare, uscire, respirare, tutto lo stesso lusso di un giorno del futuro, se le mani diventassero uomini.