martedì 8 dicembre 2009

alla fine di tutto il vapore

Sto respirando così piano e così profondamente che ogni cosa attorno attinge da questo ossigeno caldo.
Decido di respirare tutto, prima che finisca.
E' tutta, solo, acqua che si sparge sulle mie mucose per idratarmi.
Tutto intorno è gas.
Tutto intorno ribolle.
Tutto intorno stride di carezze bollenti sull'acciaio gelido.
Tutto intorno è vocìo confuso di voci diverse, impegnate, anonime.
Tutto intorno è fermento.
Tutto intorno ribolle.
Che sia caldo o freddo ribolle.
Tutto intorno sono sguardi fugaci. Innocui. Colpevoli. Sinceri. Mortificati. Complici. Disprezzanti.
E io. Io guardo e sorseggio, dalla mia tazza fumante.
Prima che sia troppo tardi per dissetarsi.
Prima che il tempo si porti via anche la nostra allegra e spensierata agonia.
Come se non lo sapessimo.
Abbiamo tutte le risposte che cerchiamo, è che nessuno ci dice dove guardare, o come si pronunciano quella frasi, o dove sono state spostate, oppure in che lingua sono scritte.
E se quel qualcuno nemmeno esistesse, riflettendo, si rivelerebbe tutta una clamorosa perdita di tempo.
Sarebbe uno smacco incredibile per le nostre memorie precarie volatili.
Rischieremmo un tracollo epocale.
E avremmo forse vergogna a camminare per strada.
Perderemmo troppo sangue lungo il corso e si accorgerebbero tutti del nostro passaggio.
Vaglielo a spiegare che noi abbiamo la memoria in bilico.
Avremmo paura di conoscere nuova gente e avremmo paura nel riconoscerla.

Dio mio quanto odio quando dimentico i volti.
E con loro i motivi per cui deve! essere necessario ricordarli.
Non possiamo più dimenticare, non ce lo possiamo più permettere. Dannata famosa memoria volatile.

Dobbiamo cercare di essere migliori, ad ogni costo. Migliori.

Ed è sempre così eccitante avere nuovi propositi.

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