venerdì 5 settembre 2014
macrovisioni in alta definizione. due
Ce l'ho messa davvero tutta a guardare da vicino l'epidermide e i tessuti.
Ho provato ogni combinazione di obiettivi, lenti, zoom, aperture diverse del diaframma, messe a fuoco.
Ho capito che non avrei mai visto nulla senza aprir bocca.
Ho aperto bocca, ho provato a confrontarmi, per confortarmi.
Ho sentito e dato definizioni, tutte da ritoccare.
Nessuno sa, nessuno può sapere, nessuno immagina.
Non ho il cuore di ghiaccio, e se anche fosse a quest'ora dovrebbe essersi sciolto.
E' tessuto graffiato.
Sto facendo di tutto per lavare via gli avanzi di un pasto mai completato.
Ho cercato con milioni di reflussi diversi, di digerire senza far rumore.
Ho provato mille strade, mille vie per arrivare da qualche parte, senza che nulla succedesse nulla; senza che potesse alleggerirsi, lo stomaco.
E' stata ed è dura, più di quanto pensassi, e le linee sono sottili, pur con l'acqua sotto i ponti, la polvere respirata, il fumo negli occhi, il ricordo della pelle, quella che credevo fosse la mia e mia soltanto.
Poi uno invece trova online certe robe, ci muore sopra prima, ma poi ricomincia ad andare forte con le bestemmie, tanto che la luce non riesce a seguirlo né a seguirle, da quante sono e da quanto vanno veloci.
Dicevo? Fatica a mettere a fuoco?
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