martedì 6 ottobre 2009

Vaffanculo io vivo vivendo. ?

Mi ricordo una delle ultime volte che ho pianto. E mi ricordo che non m'aveva fatto bene. Forse ora funzionerebbe.

Stavo uscendo per andare a scuola, era la prima o la seconda o forse la terza media, non importa.
Volevo andarci in bici, perché tutti ci andavamo in bicicletta a scuola.
Non vedevo che problemi potessero esserci se anche io l'avessi usata.

Mio padre invece, a quanto parve, aveva problemi. E mi prese la bici, la spinse contro il muro di cinta e, arrabbiatissimo, mi disse: Va bene! Se vuoi andarci, vacci.

Non ho mai capito il perché. Forse la ragione erano i problemi che c'erano all'epoca; di quelli che quando una persona è troppo legata/fiera al e del proprio lavoro, che quando questo va male, e andava male lo ricordo benissimo, tutte le menate ricascano nella famiglia. E, in quel caso, nel FIGLIO più piccolo.

Io.

Piansi così tanto che alla fine andai a piedi.
Avrei detto "Vaffanculo" se avessi avuto più dimestichezza. Non lo dissi per rispetto, perché al proprio padre non si risponde, se non in casi eccezionali. E' questione di educazione.

Quel giorno fu il giorno più triste fino a quel momento. Ribadisco, fino a quel momento.

Le cose cambiano, ma oggi sotto quel portico c'è ancora quella bici. Passata per mani diverse, ma ancora li, per me, tutta sgangherata, col freno davanti che fa tremare il cerchione quando tiri il filo. E senza più il porta borraccia.

Fino a quel momento.
Poi si cresce, si frequenta gente, si baciano le ragazze, si fumano le sigarette, si leggono i giornaletti pornografici insieme ai proprio amichetti, mai con la amichette (non che ne abbia mai avute troppe, anzi).

Ci si nascondeva dietro la discarica io e A.
Si ascoltavano i Metallica.
Si faceva lezione di chitarra insieme.
Si andava all'oratorio, io e A.
Si iniziava a suonare nella sua cantina, io e A.
Si parlava di tutto, e sempre in maniera così sincera, che con lui la bicicletta restava a casa, senza lacrime e senza parolacce. Tenevamo vivi i piedi.

Mi manca quel tempo. L'epoca del "credodisaperetuttoevivovivendo". Vivo Vivendo.

Credevo fosse tutto.
Cosa ci è rimasto?

Sento dire che tu ora sia ingrassato, ne sono contento.
Il tuo corpo funziona ancora. Gli ultimi tuoi occhi che ho visto invece no.

Ma ancora non ho trovato tutto il coraggio per farmi vedere, e per farti vedere i miei occhi. E sento dire che altri l'hanno avuto.
Forse perché è stato diverso, noi.
Forse.

O forse che ogni tanto, un bel "vaffanculo" lo direi a me, in lacrime.

Vaffanculo.


1 commento:

mIsi@Mistriani ha detto...

Non so cosa sia successo a te,per sentire ch hai bisogno di mandarti a fanculo,in lacrime,nè tantomeno ad A.[ma qualcosa mi suggerisce che non dev'essere niente di buono,se non riesci a portare da lui i tuoi occhi]

fatti forza.