lunedì 31 agosto 2009

Con il cuore foderato del velluto migliore in commercio / Fottuto realismo.

Devo riuscire a scollarmi questa carta da parati di dosso.
Questa casa profuma dell'odore delle solite case che profumano d'arancio, anche al mattino presto.

Eravamo abitutati bene, noi del plurale maiestatis.

E devo riuscire a distruggere le statuette che ho scolpito.
Devo bruciare i quadri che ho dipinto.
Devo far esplodere ogni cassetto con ogni foto. Ogni indirizzo. Ogni ricordo.
Devo riuscire a raschiare tutta la pittura da questi muri. Dai miei muri.
Devo pulire il tavolo.
Devo ridurre in brandelli ogni scatto, foto, ricordi di scatto, e ricordo di foto.

Mantenere il ricordo, ma distaccarlo da me. Come se fosse quello di un altro.

Devo ripulirmi dagli strati. E ricominciare ad essere un omino tuttoimpegnato e tuttosudato.
Rialzarmi, come sempre.

Sono scivolato su un gradino gigantesco.
Sembrava un angelo.

E ne ero così sicuro.
Era presto sul mio orologio, era ancora mattino, ma io ne ero sicuro. Chiaramente. Doveva essere così. Non c'erano ragioni perché andasse diversamente la giornata. Verso sera s'è fatto tutto scuro...è meglio chiudere le ante. Tirare le tende. Chiudere le porte, c'è una contraria che fa spavento.

E quando ho una possibilità che qualcosa vada storto, andrà stortissimo, di merda, a zigzag, fino a farmi sbalzare il cuore fuori dalla portiera dalla mia auto in corsa. Solo quello, solo il cuore. Splech.

E io che lo guardo, li a 1 metro da me, che batte ancora. Ma non nel mio petto. Nel petto di nessuno. Sull'asfalto pieno di sassolini, si farà un infezione se non intervengo velocemente.
Riuscirò a farne a meno. Del cuore.
Umanamente è tutto possibile.
Umanamente sarebbe anche possibile restare morti in terra, o aumentare le dosi.
Mi rialzerò, come sempre, e più forte di prima.
Con la pelle rifatta dopo la scottatura. E il cuore foderato del velluto migliore del miglior negozio di tessuti del mondo.


E con una lega di ghisa a tenermi gli arti.

Non sono esagerato, solo un fottuto realista.





Devo davvero andare via domani. E chiudere tutte le porte delle stanze dove tu hai camminato. Anche se per così poco. Io le tue orme le vedo ancora.

di nuovo posso spalmarmi

..quelli che lo sapevano che finiva così.

Devo smetterla di illudermi.

spalmatemi sul muro. perché io, sarà la vita (c'est la vie) o sarà la merda che c'ho dentro, qui non ci voglio più stare.






Briciole di spirito su pavimenti aridi
ricordi di famiglia sopra i mobili
filosofie accessibili anche a mobili di gomma
respingono frammenti di ragione
si può servirsi,mentendo,di un uomo e guardarlo bruciare?
Lo so,lo vedo e conosco il dolore che lui proverà !
Parole prepotenti camuffate da promesse
dipingono sorrisi sulla rabbia
risposte ripetute 10,100,1000 volte
ammazzano pensieri potenziali
Si può servirsi,mentendo,di un uomo e guardarlo bruciare?

Illusione, Delusione.

domenica 30 agosto 2009

poco da fare, tanto da dire, e una voglia matta di parlare con te

L'inter è proprio uno squadrone.

fatto sta che stasera mi avete disfatto tutti i gomitoli. c'avete giocato. c'avete giocato.
E io che me la sarei voluta tessere da solo ad un certo punto.

E' la vita, è sempre la vita (*) e c'è poco da farci purtroppo. Io perlomeno proprio un cazzo posso farci.
Se non, comunemente e giustamente, adattarmi e affogarci se possibile. Sguazzarci da morirci prima o poi.
Sguazzarci da morirci.
E invece, sguazzo nel nulla. Nemmeno sporgermi di la con dello shopping semi sfrenato facendo 120km A/R, col dubbio che la destinazione fosse chiusa per ferie, hanno placato la storia del sottoscritto.

E' la vita, ma di quelle che ti tengono col fiato sospeso fino a che le porte si chiudono, di quelle che non puoi permetterti tenori maggiori di un regime a Corona Cerveza, di quelle che certe notti con qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà, di quelle a tutta birra, di quelle a un cazzo di gas, di quelle sfilacciate, di quelle moribonde, di quelle che puzzano di cassonetti della spazzatura, di quelle che se le tocchi di bruci un pochino i polpastrelli, di quelle che sarebbe opportuno smetterla, di quelle che è difficile vedere un amico e non capirlo più come ieri, di quelle che non vorrei nemmeno pensarci per la paura, di quelle che rifiiuto la vodka ma mi tiro sti pacchi, di quelle che forse la discografia di de Andrè che ho avuto oggi mi aiuterebbe a dormire adesso, di quelle che mi ci vorrebbe un portatile un pelo più performante, di quelle che l'Inter di quest'anno è spettacolare,di quelle che a suon di prosciutto e melone passano le cene d'estate, di quelle che m'è venuta fame, ma di quelle che invece non posso mangiare.

Sto finendo la borsa della lana e mi si stanno consumando gli aghi.
Chi mi finirà il maglioncino ora che io sto per fermarmi?
Chi mi aiuterà a rialzarmi?
Chi crederà nelle mie parole?
Chi crederà nel mio volto?
Chi crederà nelle mie mani?

Non voglio risposte.
Voglio altre domande.

Cercherò le persone con il lanternino d'ora in poi, e smetterò con tutto.
Domani, ora devo lievitare.

Lievitare, e vedere tutto da sopra. Metri più in alto di tutti. Kilometri distante da qualunque cosa, da qualunque negozio o cabina telefonica o connessione wireless o animaviva o serpente o Madonna o Signore o bambine rapite 18 anni fa. Lontano da ogni caso di malasanità al Sud e lontano da ogni nuovo caso di influenza H1N1 al Nord.
Lontano da ogni faccia sgradita, senza rimorsi e pentimenti e ritorsioni. Lontano da io-tu-egli-noi-voi-essi e soprattutto lontano di ogni intruglio verdarstro. Lontano da ogni via trafficata di persone inutil a piedi con lo zucchero filatoi, via da ogni parcheggio troppo lontano, via da ogni sms, anni luce da ogni canzone inascoltabile.

Ma vicinissimo alla cura di tutto.

sabato 22 agosto 2009

La dettagliata descrizione emotiva di un non qualunque mercoledì

Un libro bianco e sta a me riempirlo. Mi serve solo una Bic. Blu, grazie.

Mi sono impresso nelle rocce con i colori di un sentiero.
So di doverlo seguire. Sarebbe rischioso compromettere tutto per fare di testa mia. C'ho già sbattuto la faccia in queste faccende. Vanno sempre a finire male.

Mi allungo alla vita con tutto il sudore della mia fronte, e altro nettare morbido distillato, e altri bicchierini rotti schiacciati.

Ecco il sole splendente,
Ecco la nuvola. Che mi copre.
Ma con la dolcezza di una risata sincera,
con la dolcezza del calore che riappare, e che voglio stia con me.

Ecco il sole splendente.
Eccolo.

Appeso come uno straccio ad asciugare, perdo i liquidi. Nella dolcezza. Degli attimi.

Uomini
Donne
Bambini
Famigliole
Persone

CAMMINATE!
E noi, i soliti mediocri, sempre in marcia.

Ecco il sole splendente,
Ecco il calore che mi riprende per mano, e che so, un giorno, mi riporterà a casa di nuovo.
Al solito, sano e salvo. E più forte di prima.

Eccovi sole e nuvole.
Vegliate voi su di me.

Una volta che ci credo davvero. Non potete tradirmi.
Non ora che ci sono quasi.

Raschiare il fondo non mi è più possibile. Ho già bisogno di un bidone nuovo da riempire. Risparmiatemi dallo sbattimento.
Quindi, quali forze? Quali forze non fisiche mi hanno portato fin qui? Lo so bene in realtà. Ma continuo a chiedermelo per via che ancora non riesco a crederci.

Con, e come, cataste di vite diverse.
E se è vero che fa così freddo li dentro, vorrei tuffarmi. E non pensare a nulla, in barba ad ogni buongusto e ad ogni conseguenza, buona o cattiva.
E nell'immediato esplodere, contagiando chiunque con la mia gioia.
L'ho trovata nel sudore al vento, di nuovo in barba.
Esiste la gioia nel freddo dentro?
Ascuigherà tutto questa aria gelida?
Toglierà ogni macchia?
E ogni odore? Gli Aloni?
I profumi?

Saremo tutti di nuovo noi stessi, un giorno o l'altro. E uniremo ogni percorso.
Ne saremo capaci?
O faremo franare di nuovo tutto a valle?
Voleremmo liberi, lasceremmo solo la nostra ombra sfuggente sugli occhi di ognuno.
Lasceremmo milioni di braccia con la pelle d'oca.
Lasceremmo sguardi e contorni confusi.
E nessuno capirebbe.
Ma tutti riderebbero di noi. E di loro stessi.
Nessuno capirebbe.
A kilometri di distanza sarebbe comunque tutto uguale a prima. Non ci sarebbe paese che mormora disposto a questo.

Personalmente, sarebbe come se fossi seduto sul tetto del mondo. Sarei il solo a pensarlo.
Ma sarei felice così.

Lascio il tedio per altri giorni. Non ne ho bisogno oggi. Non ne ho bisogno.
Non ne ho bisogno.



Grazie. a voi. e a te.