lunedì 24 novembre 2014

Calore che neanche i caloriferi impostati con un termostato senza fondoscala.



"Che vita è questa? Che vita sarà?"
Mi ritrovo troppo spesso a pormi domande a proposito del mio vivere il mio spazio.
Non ho risposte, se non altro trovo sempre un numero adeguato di fazzoletti per pulirmi il naso, per ovviare alla leggera allergia, perché anche io sia adeguato.

Non trovo risposte, ma magari sbaglio le domande?
E quali sono le domande giuste? Quali quelle sbagliate?

So di essere pateticamente ripetitivo, ma non è certamente mia la colpa.
"Come il continuo aspettare, che resti o non resti, che possa cambiare."
Ma quando qualcosa cambia cosa succede? Come ce ne accorgiamo?
Come capiamo che il cambiamento è quello giusto?

Mi sono dimenticato anche le cose basilari.

A 29 anni una dimensione l'avrò trovata? Avrei dovuto salire su un treno diverso, magari?
Il punto sono le ginocchia.
Il punto sono le pupille.
Il punto è il Labirinto, quello nel timpano.
Quello che quando hai problemi ti rimbalzano il medico di base prima e l'otorino poi.

"Resto qui, fermo e fragile. Mi ritrovo tra le frasi di un libro senza pagine, quella pelle che non sa rimpiangere, la dovrei perdere, cambiare, lacerare, la dovrei ritrovare, l'aria."

Non ho muri dove sbattere la testa, non ho volti da ammirare, non ho discussioni da concludere con un bacio tra bocca e guancia, occhi in cui specchiarmi, nuova aria da respirare, profumi da fare miei, pelle con cui fondermi, o anche solo confrontarne i colori e le pieghe diverse.

Palmi di naso.
Sempre grandi e grossi palmi di naso.

Nessun commento: