martedì 16 dicembre 2014

Megalodonti, mi fate venire il mal di stomaco. Allontanatevi.



Son dentro e hanno fame.
Son dentro e hanno sete.

Finalmente sta iniziando a fare davvero freddo e mai, come quando succede, inizio a sentirmi seriamente appagato dal periodo dell'anno in corso.
Il sole si vede, irradia, e starci sotto ai raggi quasi il calore lo si riesce a sentire.
Ma è l'ennesimo parafrasare la lontananza del calore del sole, che per quanto possa essere flebilmente percepibile, rimane ad una lontananza irraggiungibile.
Lo sanno tutti quello che c'è dietro la nebbia, ma risulta sempre irraggiungibile, come minimo.

Ho in testa grandissime incognite e microscopiche certezze, ma a volte mi basta un messaggio a un amico perché le cose siano migliori.
A volte basta passare una serata con una persona nuovamente vecchia, o ritrovarsi per 15 secondi con un'amica d'infanzia, dal benzinaio che ha il gpl appena fuori paese.

A volte basta non pensarci ai muscoli cardiaci, quelli che una volta li sentivo battere vicino a me.
Che a pensarci, la vicinanza mi portava ad andare al loro stesso ritmo.

Noto sempre con piacere il momento in cui i respiri di due persone si sincronizzano.
Come metronomi che partono storti, ma arrivano insieme. Quanto sia affascinante cercare il pelo nell'uovo non lo realizzerò mai per davvero.

Osservare, elaborare, incuriosirsi, scoprire, innamorarsi e poi stancarsi.
Dea della vita perfetta atipica e utopica, guidami affinché io possa rinsavire.

Nessun commento: